Lunedi 24 Maggio 2021

Sono una Runner convinta, o almeno lo ero fino al 23 Maggio 2021, il giorno in cui mi sono cimentata nella mia prima gara multisport: i campionati italiani di Duathlon Classico a Pesaro.
Da anni ormai faccio la spettatrice a gare di Triathlon, visto che la mia paura del nuoto in acque libere per adesso mi ha impedito di buttarmi, ma quando la mia cara amica Idina mi ha proposto questo Duathlon mi sono subito iscritta.
Sono una maratoneta ormai da qualche anno ma nel 2018 un infortunio mi ha portata a provare la bici e da li ne è scaturito un folle amore (e non parlo solo di quello nei confronti del mio compagno Mauro, nato proprio in questo contesto).
Ma è solo dopo aver cliccato su “Conferma iscrizione Duathlon classico” che ho iniziato a fare allenamenti propedeutici anche per la bici.
E dunque ai lunghi, ai collinari e alle ripetute di corsa si sono aggiunti I lunghi in bici, I rulli, le variazioni sulle salite e I combinati.
E grazie a questi ultimi ho capito che questo è davvero un giochino divertente.
A causa del covid la gara è stata posticipata da Marzo a Maggio 2021, quindi c’è stato più tempo per condizionare il mio corpo a stimoli nuovi e per fare combinati più simili alla gara: 10km corsa 40km bici ed altri 5km corsa.
I giorni antecedenti alla gara sono stati un mix di entusiasmo alternato a ripensamenti: ma che ci vado a fare? Oddio non vedo l’ora! Ma sono una schiappa, arrivo sicuramente ultima! Cadrò mentre corro con le scarpette da bike verso la zona cambio? Sbaglierò strada? Qualcuno mi farà cadere in bici? Oddio chissà che figata! Prenderò una penalty perchè prendo la scia?
Per altri dubbi e paranoie consultare l’indice alla voce “Falla finita CRETINA!”.
Non nego di aver passato la notte prima della gara praticamente in bianco, complice anche la gara di Triathlon sprint alla quale avevo assistito in giornata (mi aveva entusiasmata un sacco!).
E non nego nemmeno di aver fatto 4 volte la pipì nell’ora precente lo start.
Ma ricordo ogni singolo istante, da quando sono uscita dall’hotel per andare in zona cambio insieme a Mauro e Idina, a quando lo speaker ha annunciato “ed ecco che un’altra atleta termina la gara, Claudia Mattiuzzi!”.
Quindi una breve narrazione di quello che è successo.
Dopo aver consegnato l’autocertificazione ci fanno entrare in zona cambio: porto dunque la bici al posto 892.
La aggancio (ovviamente dalla parte sbagliata) e appoggio tutto l’occorrente al lato catena della mia bici (mi raccomando eh!) e via a scaldarsi.
Alle 8.15 dovevamo essere nuovamente nella nostra postazione per l’ingresso nelle griglie: le donne sarebbero partite alle 8.30, rollingstart di 5 alla volta ogni 10 secondi in ordine di pettorale. Gli uomini a seguire.
Ed ecco che ci siamo. 3, 2, 1 e suona il “bip” che ha dato il via a 2 ore e 46 di divertimento puro.

Gestisco bene I 10km che faccio ad una media di 4:48 costante.
Il percorso è strutturato in 2 giri da 5km, in parte lungo mare, davvero molto bello e con un bel pubblico a tifare.
Entro inT1 ed in 01:17 riesco a montare in sella senza dimenticare niente.
Il percorso parte subito con 4km di salita con una pendenza più o meno del 5% e continua sulla bellissima strada panoramica in un bel “mangia e bevi” che ci porta su un tratto di strada provinciale da ripetere 2 volte. Dopo il secondo giro si risale a prendere la panoramica che ci riporta verso la T2.
Mi sono ritrovata a ridere come una bambina da quanto mi stavo divertendo.
In 1 ora e 33 minuti termino I 37km con quasi 600mt di dislivello con tanto di deviazione errata (volevo andare direttamente in T2 saltando un lap 😉 ).
Esco dalla T2 in 01:08 e via a concludere questa fantastica esperienza: corro I 5 km ad un passo medio di 04:56.
Il caldo e la stanchezza ( e forse il coniglio ripieno della sera prima) non mi hanno permesso uno sprint finale brillantissimo ma sono davvero molto soddisfatta.
Mauro, nonostante fosse partito molto tempo dopo di me, riesce a raggiungermi sul tratto finale della corsa e finiamo la gara insieme, belli sorridenti.
Chi non passa sotto a un gonfiabile non potrà mai capire perchè facciamo tutto questo. Perchè è in quel momento che mesi di preprazione, sacrifici, stanchezza accumulata, paure, arrabbiature hanno un senso.
Quell’attimo in cui non sai se piangere o ridere.
Quindi ridi. E piangi. E sei maledettamente felice.
Quindi niente, non mi resta che nuotare 😉

Claudia Mattiuzzi